La potatura, tra tradizione e arte

La potatura della vite è un’operazione necessaria per la produzione di uva di qualità e per il mantenimento della salute della pianta. È un processo delicato che richiede conoscenze, abilità e pazienza. La potatura consiste nel rimuovere alcuni tralci e getti non desiderati, lasciando quelli che daranno i migliori frutti.

Questa operazione contribuisce all’evoluzione corretta della vite. Si può anche regolare la quantità di luce che, nel processo di crescita dei rami e delle foglie, raggiunge la parte più interna della pianta, in modo che non sia troppo o troppo poco. La potatura può essere fatta in diversi modi a seconda del tipo di vite, ma in generale è un processo che richiede una buona comprensione della pianta e dei suoi principi di sviluppo.

Praticare la potatura è un’attività che necessita una specifica formazione, proprio perché si agisce direttamente sulla pianta e un’applicazione scorretta delle forbici può compromettere il futuro della pianta e della vendemmia.

C’è chi della potatura ha fatto un’arte, tanto da definirlo un vero e proprio metodo. In Friuli Venezia Giulia infatti, Marco Simonic e Pierpaolo Sirch hanno creato nel 2003 il progetto che si è sviluppata nell’Academy per diventare “Vine Pruner” (potatori di vite).

Il Metodo Simonit&Sirch si fonda su 4 regole base che possono essere applicate universalmente:

  • permettere alla pianta di ramificare con l’età, di occupare il corretto spazio con il fusto e con i rami
  • garantire la continuità del flusso linfatico
  • eseguire tagli di piccole dimensioni e poco invasivi sul legno giovane
  • utilizzare, quando necessario, la cosiddetta tecnica “del legno di rispetto” per allontanare il disseccamento dal flusso principale della linfa.

Questo metodo di potatura ha l’obiettivi principale di preservare lo stato di salute della vite, allungandone il ciclo di vita e la produttività, fino ad almeno 50 anni. Il segreto sta nel potare sempre sul legno giovane con un approccio lento e mirato.

Il primo vantaggio consiste nel prevenire le malattie della pianta. Inoltre, il team friulano propone il recupero di una filosofia di gestione del vigneto, in parte abbandonata, che dà valore alle vecchie viti accrescendo la qualità delle rese.